Comunicati stampa
di Centro Studi
L’Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro denuncia con fermezza le affermazioni rilasciate dal segretario generale della Uiltucs, Paolo Andreani, in occasione della presentazione del “Manuale sul Dumping Contrattuale nei Pubblici Esercizi” tenutasi il 22 luglio scorso presso il CNEL.
Parole che travalicano i limiti del confronto civile e che si configurano come un attacco strumentale, ingiustificato e infondato ai danni della categoria dei Consulenti del Lavoro, additati in maniera irresponsabile come promotori di pratiche contrattuali scorrette e autori di un presunto impoverimento dei lavoratori. Questo è quanto emerge dall’intervento di Paolo Andreani, pubblicato sulla pagina YouTube della Uiltucs, e già oggetto di diffida stragiudiziale promossa dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, in data 25 luglio 2025.
“È sorprendente - afferma il Presidente ANCL Enrico Vannicola – constatare come il segretario Andreani, nel dichiarare “Chiediamo l’obbligo di comunicare il contratto collettivo applicato”, riveli una così scarsa conoscenza della normativa vigente. Quella che lui propone come una novità è, in realtà, un obbligo di legge oramai dal 2022! Ci riferiamo al Decreto legislativo 30 giugno 2022, n. 104, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 29 luglio dello stesso anno. È opportuno quindi ricordare che già da tre anni, noi Consulenti del Lavoro, ci impegniamo ad assolvere a questo obbligo normativo finalizzato alla trasparenza contrattuale.
Non è accettabile - che si attribuisca ai Consulenti del Lavoro la responsabilità dell'applicazione dei cosiddetti contratti “pirata” con l’obiettivo di assistere le aziende al solo fine di “gonfiare il portafoglio” e “impoverire i lavoratori”!
E ancora, il segretario della Uiltucs auspica che, nel caso in cui la magistratura dovesse ritenere insufficienti le retribuzioni previste da questi cosiddetti contratti pirata, le imprese siano condannate per sfruttamento dei lavoratori ai sensi dell’articolo 603-bis del codice penale e che possano a loro volta rivalersi sui Consulenti del Lavoro, sempre nel presupposto che siano questi ultimi ad aver indotto o addirittura imposto al cliente l'applicazione di tali contratti collettivi.
Ora, da operatori del diritto, i Consulenti del Lavoro - così come la maggior parte dei sindacalisti seri – sono consapevoli che la questione della scelta del contratto collettivo è materia complessa, delicata e nei fatti mai scontata. E questo a causa di un quadro normativo che mai, dal varo della Costituzione ad oggi, ha trovato una soluzione legislativa che potesse dare certezza applicativa all’articolo 39 della Carta e la conseguente valenza erga omnes dei contratti collettivi, lasciando ampio spazio alla magistratura per definire indirizzi cangianti nel corso degli anni e favorendo il proliferare di una contrattazione collettiva ormai fuori controllo. Ma, forse, secondo il segretario Andreani, anche questa mancanza è da attribuirsi ai Consulenti del Lavoro?
Vorremmo non dover ribadire che i Consulenti del Lavoro svolgono un’attività che comporta l’illustrazione completa ai propri clienti del complesso sistema che regola i rapporti di lavoro in Italia, dovendo evidentemente precisare i limiti di applicazione di tutti i contratti collettivi sottoscritti, guarda caso tutti regolarmente depositati presso il CNEL. Anzi proprio l’eventuale mancanza di una completa rassegna della contrattazione applicabile, con tutti i limiti e i rischi correlati alla minore o maggiore rappresentatività, costituirebbe un’inadempienza contrattuale, quella sì soggetta ad una potenziale richiesta di risarcimento danni da parte del cliente non correttamente informato. Dopo tale illustrazione è sempre l’imprenditore che sceglie, facendo le sue valutazioni e assumendosi le proprie responsabilità. Ma di questo il segretario Andreani è pienamente consapevole così come è consapevole che, probabilmente, la questione della rappresentanza delle parti sociali che sottoscrivono i CCNL e delle modalità di rilevazione della stessa potrebbe contribuire a rendere più chiaro il contesto operativo dei CCNL. Ma allora perché Andreani non si impegna su questa battaglia invece di alimentare una polemica fine a se stessa?
E non saranno certo i Consulenti del Lavoro a contrastare un’eventuale norma che vada davvero a chiarire una volta per tutte l’ambito di legittimità degli oltre 1000 contratti depositati presso il CNEL; saremmo i primi, assieme ai nostri Clienti, a beneficiare di un quadro più chiaro di operatività contrattuale e potremmo dedicarci con maggiore soddisfazione a promuovere la contrattazione di secondo livello attraverso la quale è possibile migliorare le condizioni reddituali dei lavoratori mediante l’incremento della produttività delle aziende.
Se fossimo dei meri provocatori, potremmo inoltre controbattere al segretario Andreani che la soluzione per superare definitivamente la questione della contrattazione collettiva applicabile, potrebbe essere proprio l'introduzione di quel salario minimo legale, da alcuni auspicato.
Ma siccome siamo operatori seri del diritto del lavoro, sappiamo bene che tale proposta contribuirebbe a demolire il sistema di relazioni industriali attuale nel quale, invece e nonostante tutto, crediamo fortemente.
Invitiamo pertanto il segretario Andreani ad astenersi in futuro dal coinvolgere con argomentazioni improprie e con obiettivi diversi dalla concreta dialettica sindacale una categoria che, con professionalità e con la piena assunzione di responsabilità del proprio operato, contribuisce alla crescita del paese con la forza e la dignità della libera professione, a differenza dei “guru del diritto”, che propongono soluzioni semplicistiche ma di sicuro effetto mediatico” conclude Vannicola.
Riteniamo del tutto intollerabile che durante eventi di rilievo dedicati a temi centrali per il sistema delle relazioni industriali in Italia, si approfitti della visibilità dell’occasione per screditare una categoria di professionisti che ogni giorno affianca le imprese con competenza e responsabilità.
L’Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro invita il segretario Andreani a rettificare pubblicamente le proprie dichiarazioni, che non hanno altro effetto se non quello di alimentare tensioni inutili e di compromettere il dialogo tra professionisti e parti sociali.
Ha riportato la notizia anche: